giovedì 28 dicembre 2017

OSSERVANDO


Dall'interno di una sala, seduta di fronte ad una finestra mi sono messa in pausa dal pranzo per guardare fuori. Non è stato intenzionale, casualmente è servito a fare ordine nei pensieri. Domenica, lunedì e con oggi, martedì... una mini maratona di tre giorni a cui, arrancando siamo sopravvissuti. Giorni affrontati, elaborati e metabolizzati con buona pace di Dio. Osservavo il cielo che già si preparava al tramonto tipico d'inverno, un cielo azzurro pallido con nuvole stracciate, e in lontananza verso l'orizzonte strisce di luce dal colore non ben definito. C'ho visto come sempre una metafora della vita, che scorre tra giorni vuoti perché privati del loro significato, fino al tramonto quando cerca di recuperare il possibile, persino le tinte smorte di forti turbamenti. Di lato al tavolo, nel camino bruciava il ceppo di Natale, oggi era quello dedicato alla festa ma niente lo rendeva differente dagli altri dei giorni che saranno. A fine pranzo era quasi cenere con punte di luce, e mi è tornato in mente quando, dopo la chemio, i capelli ricominciarono a crescere, simili così a quella cenere consumata che non vuole arrendersi. Ma perché questo parallelismo di pensiero?  Il Vissuto che dà senso a questo Presente, non ben speso e malinteso, guastato e tutto da reimpostare, cercando di far meno danno possibile. Semplici ma profonde riflessioni di fine anno, osservando e ricordando, facendo a se stessi l'ennesima promessa. Alle spalle il Passato, e lo sguardo rivolto a quello che può definirsi il "piccolo Infinito", il Futuro. Solo qualcosa di vecchio, sperando in tanto di nuovo.

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