giovedì 15 marzo 2018

PAUSA DI RIFLESSIONE


Finalmente un cielo azzurro, terso e quasi trasparente. E intorno il silenzio. Ciò che serve per riflettere, concedersi una pausa dalla doppia fila di pensieri che invece non sgombrano dalla mente.
Oggi, uscita fuori porta a Celenza Valfortore, l'ultimo comune della Puglia, confinante col Molise da cui è divisa dal lago di Occhito, bacino artificiale creato con lo sbarramento del fiume Fortore. Dal belvedere più alto che affaccia sul lago e la campagna circostante, appare netta la distinzione.
Un paese in due parti, quella nuova e il borgo storico tutto in pietra, da cui si erge e spicca la torre merlata del Palazzo Ducale. Un paese in salita, un passo dopo l'altro... almeno per me... oggi messi insieme con fatica, cosa insolita cui ho cercato comunque di dare una spiegazione, non dico logica ma probabile a causa di qualche esperienza vissuta negli ultimi giorni. Di ciò che pesa sull'animo, si sa, risente anche il fisico, e nulla si può se non ricaricarsi in ogni modo. Per questo, pausa di riflessione, a contatto della natura pronta ormai al risveglio primaverile, guardando il cielo con qualche nuvola stracciata, pregando a mio modo dall'ultimo banco della Chiesa della Croce, ancora fredda perché il tempo buono è appena iniziato, e ce ne vorrà...
Poi i soliti vicoli stretti, qui ovviamente tutti in salita, e una gran quantità di auto, troppe davvero per un paese di soli 1400 abitanti.
E pensare che negli anni '80 Celenza ne faceva più di 4000, era soprannominata la piccola Milano del sud per le sue tante imprese dall'attività frenetica, considerata felicemente strategica per quella linea di confine, e indispensabile per la disponibilità idrica fornita dalla vicina diga di Occhito. Nel tempo le situazioni cambiano, e purtroppo non sempre in meglio, così oggi questo comune è spettatore dello spopolamento a causa di una migrazione continua, accentuato da decessi in numero eccessivo rispetto alle nascite. Nell'ultimo anno, più di cinquanta a confronto di tre nuove vite.
Mentre la cassiera del negozio di alimentari, allocato in una roccia, mi aggiornava sulla situazione demografica, ho pensato alla rinascita, che è poi vita due volte, e quanto spesso in parte non cediamo ad essa, vivendo a metà. Rinunciando, ad esempio... non accettando il confronto, e con la resa smorziamo ogni entusiasmo. E' innegabile che alcuni fatti ed eventi portino a questo, è tutto normale... ma poi? Forse una pausa di rifessione basterebbe per ricominciare. Magari solo qualche minuto seduti su una panchina, al sole... di fronte ad un belvedere.

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